Prima della vittoria conta la partecipazione.
Soprattutto in un periodo che ci ha imposto il distanziamento da tutti invece dell’associazione con gli altri.
Olimpiadi e No profit hanno questo in comune: mettere insieme un gruppo di persone su una proposta di valori condivisi.
Partecipazione, rispetto, amicizia, anche competizione se necessario, ma fatta con lealtà.
Che siano attività sportive o ricreative quello che non può mancare è lo spirito olimpico.
Il No profit nasce proprio da lì per portare al traguardo una missione.
Non ci sono mercati da conquistare, ma un messaggio da affermare.
Partecipare per abbattere ogni barriera materiale o immateriale, visibile o invisibile.
Partecipare per tornare a incontrarsi nel rispetto delle regole per tutti e del diritto degli altri.
La partecipazione è il cuore che pulsa del No profit: promuove un messaggio sociale rivolto al
socio tesserato o a chi non lo è, ma potrebbe diventarlo.
Lo può diventare con la promozione, che è l’inizio della comunicazione, uno dei primi passi
per fare conoscere un prodotto o un servizio.
Nel caso del No profit si chiama partecipazione.
Per aumentarla sono necessari più canali di comunicazione.
L’ospitalità di un sito web nella grafica e nelle parole.
La puntualità di una newsletter negli argomenti e nella spedizione.
La presenza nei social con contenuti e banner pubblicitari.
Perché una realtà No profit dovrebbe fare promozione in più canali di comunicazione.
Lo scopo è innescare sinergie nel corretto mix multicanale – lo spazio web, l’invio della mail,
l’attività nei social – e nella corretta individuazione del target: sportivo, culturale o sociale.
Collegare più canali a uno specifico target non è un compito da imporre a sé stessi, ma da
affidare a un consulente per la strategia e a un professionista per l’esecuzione.
Perché una realtà No profit è soprattutto una realtà Yes story.
Dietro ogni progetto che aggrega persone c’è la storia di una missione con protagonisti veri e
fatti accaduti.
Se non c’è profit non dovrebbe esserci nemmeno il marketing qualunque, ma solo narrazione che è invece il marketing di qualcosa.
Un gruppo di persone, la partecipazione che le tiene insieme, il messaggio condiviso che le guida.
Ma per affermare il messaggio bisogna prima raccogliere.
Dopo quasi 2 anni di Covid-19, mentre il settore delle aziende ha ricevuto gli aiuti economici stanziati dai Dpcm, il settore del No profit non ha ricevuto nulla.
E allora, ripartire dalla raccolta per una realtà No profit potrebbe diventare un nuovo inizio.
Per rilanciare le associazioni con le partecipazioni e le quote di partecipazione.
Nella corsa dei 100 metri il risultato finale della gara si gioca tutto nella partenza.
Anche nella comunicazione l’inizio è il momento più strategico.
In quello spazio temporale bisogna concentrare competenze tecniche e canali digitali.
E nel nostro caso anche lo spirito olimpico.